IL CONCERTO A NAPOLI

Domenica 20 aprile

Cappella Palatina Palazzo Reale, ore 11:00

Il concerto a Napoli

ORCHESTRA DA CAMERA DI NAPOLI  Direttore Enzo AMATO

Domenico SODANO clavicembalo 

 

Carlo  DUMONT violino

Carlo DE MATOLA flauto

Maxence LARRIEU flauto

 

 

 

 

 

Giovan Battista Pergolesi   - Jesi, 4 gennaio 1710 – Pozzuoli, 17 marzo 1736
Concerto per Violino e Archi   Allegro-Largo-Allegro
Niccolò Jommelli - Aversa, 11 settembre 1714 – Napoli, 25 agosto 1774
Ciaccona per Orchestra 
Domenico Cimarosa - Aversa, 17 dicembre 1749 – Venezia, 11 gennaio 1801
Sinfonia Concertante per  due flauti e Orchestra Allegro-Largo- Allegretto ma non tanto
Giovan Battista Pergolesi - Jesi, 4 gennaio 1710 – Pozzuoli, 17 marzo 1736
Sinfonia da  "Lo frate nnamorato" Allegro Spiritoso-Andante-Allegro
Concerto in Sol per Flauto e Archi  Spiritoso-Adagio-Allegro Spiritoso
Giovanni Battista Pergolesi era il Capoparanza di quello stuolo di Angiulilli che brulicavano per le sale del Conservatorio dei poveri di Gesù Cristo. Nel primo concerto in programma rileviamo la maestria raggiunta dal giovanissimo compositore jesino in una brano che sprizza gioia nei movimenti allegri e languore e soarità in quello lento così come nella successiva  Sinfonia tratta da Lo frate nnamorato (1732)  in cui  vive quel brio felice, giocoso, furbo, quella voglia di ridere e di dire attraverso la musica che sappiamo appartenere al suo genio e al tempo dell'opera buffa. L'energia, così luminosa all'alzarsi del sipario, poi si distende, le spire si allargano nella composta carezza dell' "Andante": la sapidità diventa tenerezza, come ritroviamo nei tre atti del "Frate", nei patemi di Ascanio per Nina e Nena, le due belle sorelle che, per consentire la ancora inevitabile conci¬liazione finale, scoprirà poi essere sue sorelle. Ancora di Pergolesi il noto concerto in Sol per flauto che oggi sappiamo non essere di Giovan Battista ma è ormai entrato nel repertorio flautistico e lo stile se comparato ai due brani originali ci sembra ben imitato. La proposta della bellissima Ciaccona di Niccolò Jommelli rientra in tutta una serie di attività legate alla celebrazone dei trecento anni della nascita del genio aversano.
Settecento arcadico, tutto gote imporporate, campagna felice e Fragonard, riappare nell’ "Allegro" dalla "Sinfonia concertante" di Domenico Cimarosa, datata 1793; questi colori del secolo suonavano già come memoria e ricordo, altre drammaticità urgevano. Sol¬tanto l'anno prima il compositore aveva offerto alla monarchia viennese tremante per insurrezioni assai prossime, il crepuscolare conforto e sorriso del "Ma¬trimonio segreto". Emerge la più vasta dimensione del lavoro, in parti¬colare del movimento introduttivo, spicca il percorso melodico del "Largo" centrale, rintoccato in eco di¬stante dal pizzicato degli archi, che scolora la brillan¬tezza dell'avvio in tinte più patetiche, in accordi mi¬nori che infittiscono la loro trama e insidiano le diva-gazioni dei due solisti. Un equilibrio si è spezzato, la musica saprà riannodarlo, ricomporre la frattura, al-lontanare il tempo nuovo che incombe? Trilla il solista, s'inerpica, sosta nei re¬gistri acuti e da lì ridiscende, ricordandoci una delle più apprezzate metafore del tempo, quella del "rosignuolo". Il flauto deve restituire l'agilità ver¬tiginosa del canto degli esseri viventi, trasfigurarla in un gioco di imitazione e reinvenzione del vero che pretende di sussumere alle forme e alle regole dell'ar¬te ogni aspetto della natura, prima di ricomporsi nel decoro e nella serenità. All'ascolto dei brani proposti in questo Concerto,  noteremo come i Maestri Napoletani non sanno rinunziare a quei requisiti di grazia e di limpidezza, di raffinata espressività che costituiscono i pregi indiscussi del loro stile, il lirismo tenero, il gioioso espan¬dersi melodico, l'aggraziata cantabilità , la morbidezza del tessuto armonico e del rivestimento strumentale, serena espressività, candore e ingenuità sentimentali che risultano sempre accattivanti. 
 

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